martedì 24 marzo 2009

Welcome Wagon


Welcome to the Welcome Wagon

Il reverendo Anto Aiuto sua moglie Monique


Ci sono due cose che hanno attirato la mia attenzione prima di intraprendere l'ascolto di questo disco: 1) Parte della ''materia'' di cui è fatto sono i salmi del vecchio testamento; 2) La produzione e gli arrangiamenti delle canzoni sono curati dal geniale Sufjan Stevens che attualmente considero, insieme al grande Will Oldham, (di cui è appena uscito sotto il classico moniker di Bonnie 'Prince' Billy lo splendido nuovissimo ''Beware'') il miglior folksinger americano degli ultimi anni (opinione personale).

Anto Vito, Sufjan Stevens e Monique


Detto questo, appurato che il signor Steven ci ha messo del suo, non posso non riconoscere la genuina qualità di molti dei brani che compongono questo 'casalingo' ''Welcome To The Welcome Wagon'', opera prima delicata e 'primaverile'. Qualcuno lo ha definito (e non a torto) gospel venato di country, anche se in senso lato, visto che non si tratta del classico disco di voci nere e profonde dove il predicatore di turno ''vede la luce'' mentre molte persone attorno a lui balzano in piedi accompagnandolo con cori e gioisi battimani. Tuttavia si può certamente parlare (questo si) di musica di speranza e devozione. Se poi consideriamo che i protagonisti di questa formazione sono una coppia bianca di coniugi formata dal reverendo presbiteriano Vito Aiuto - il nome e la faccia sono tutto un programma - e sua moglie Monique, allora il gioco è fatto.





Il disco è di facile presa, ma ciò non di meno cresce con gli ascolti, e a renderlo particolarmente godibile e leggero sono il senso di serenità, di calore e intimità che le melodie sprigionano. Qualcuno li ha definiti dei Belle & Sebastian da oratorio o dei Low senza torpori. Il gospel bianco dei Welcome Wagon in ogni caso rimane e si appiccica. I cori e l'apporto rilevante negli arrangiamenti di Sufjan Stevens, lo rendono ''esile'' e delicato. Fra i brani trova sorprendentemente spazio anche una cover degli Smiths (''Half a person''), che attraverso la resa dei Welcome Wagon non appare per nulla fuori posto in mezzo a tutte le altre canzoni, tra le quali segnalo - solo perchè sono le mie preferite - ''Unless the lord the house shall build'' e l'inziale ''Up on a mountain'' (''in cima a una montagna / il nostro signore è solo/senza una famiglia, amici o casa ''). Certo non possiamo parlare di capolavoro ( di quanti dischi si può dire oggi? ), ma indubbiamente si tratta di un lavoro onesto, molto piacevole, di quelli che fanno sempre bene alla musica. Un umile opera di artigianato folk. Un fiore spuntato in inverno e sbocciato ora. (8)




Parentesi Smith-Morriseyana

Se volete dare un occhiata al testo tradotto in italiano di Half A Person, (il brano degli Smiths coverizzato dai Welcome Wagon) entrate qui. Il link di riferimento - in inglese e italiano, appunto - si chiama ''World of Morrisey'' e rappesenta una ghiotta occasione per tutti i fans del cantante e del suo vecchio gruppo di saperne qualcosa in più.

     In Rete (Welcome Wagon)


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