lunedì 27 aprile 2009

Pellicole dal sottosuolo: ''Terra Promessa'' di Amos Gitai

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Con uno stile semi-documentaristico, cambiando registro rispetto alle ultime, deludenti opere, Amos Gitai segue il lungo, travagliato viaggio (un esodo assai poco bibblico) di un gruppo di prostitute russe dal paese d’origine verso la cosidetta “terra promessa” (Israele), per essere impiegate come schiave del sesso. Se di solito Gitai antepone il contenuto a tutto il resto, in Terra Promessa il cineasta israeliano ci regala un impatto estetico e visivo che non lascia scampo. Per esempio la magnifica sequenza finale dell'attentato, che allude alla possibilità che dal caos del momento possano nascere libertà e speranza. Così come un altro gran pezzo di cinema è la lunga scena della tratta delle bianche, in mezzo al deserto, fotografata con le sole luci naturali. Non è sulle contraddizioni di Israele che pesta giù duro il regista, ma come dice ''sulle contraddizioni di tutti... E mentre in suprficie la 'società civile' fa saltare in aria i propri kamikaze, ammazza brutalmente o costruisce muri della vergogna, nell'underground i traffici più turpi sono gestiti da israeliani e palestinesi, uniti''. E' questo il messaggio più scioccante e brutale che vuole lanciarci il suo regista con quest'opera.
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Titolo originale: Promised Land
Regia: Amos Gitai
Produzione: Isr/Fra/GB - 2004 - Drammatico
Durata: 90'
Interpreti: Rosamund Pike, Diana Bespechni, Anna Parillaud,

Hanna Schigulla, Alla An, Kristina Likhnyski, Katya Drabkin, Yussuf Abu-Warda
Sceneggiatura: Amos Gitai - Marie-Jose Sanselme
Fotografia: Caroline Champetier
Scenografia: Miguel Markin - Eli Zion
Montaggio: Isabelle Ingold - Isabelle Mongald - Kobi Netanel
Costumi: Laura Dinulescu
Suono: Alex Claude
Musiche: Simon Stockhausen
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