domenica 25 ottobre 2009

Il Jazz in pillole: L'era Swing

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L' ERA SWING
.In alcuni anni l'America riuscì lentamente a risollevarsi economicamente dalla "grande depressione" grazie anche agli interventi statali promossi dal presidente Roosvelt. Questo periodo di crescita economica e conseguentemente culturale pose così le basi per una nuova epoca della musica afroamericana, l'era swing, che potremmo collocare all'incirca tra il 1935 e il 1945.
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Le patetiche melodie commerciali dei primi anni trenta interpretate da addolcite voci bianche lasciarono il posto alle gloriose orchestre jazz di Duke Ellinghton, Chick Webb, Cab Calloway, Earl Hines, Count Basie, Jimmie Lunceford, Louis Armstrong, Lionel Hampton, Andy Kirk e ancora Tommy e Jimmy Dorsey, Glenn Miller e Woody Herman.
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In questo periodo irrompe la figura di Benny Goodman, un clarinettista bianco che ebbe l'importante merito di colmare una grave lacuna tra i musicisti jazz: fu il primo a iniziare collaborazioni artistiche con i più grandi interpreti di colore. La segregazione razziale, le discriminazioni operate a livello sociale, culturale ed economico in tutto il paese erano ancora una grave realtà in quegli anni come viene tristemente testimoniato nelle autobiografie di Billie Holiday, Miles Davis e Charles Mingus ai quali l'ingresso in certi locali, alberghi e ristoranti era rigorosamente vietato. Benny Goodman, incurante di questi divieti, ingaggiò il pianista di colore Fletcher Henderson che curò per anni i preziosi arrangiamenti per il suo organico.
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L'orchestra di Benny Goodman
.L'orchestra di Goodman formata nel 1934 iniziò una serie di concerti in tutta l'America che lo consacreranno nell'arco di un anno re dello swing. Dal 1935 le sale da ballo in tutti gli Stati Uniti chiamavano e cercavano di accaparrarsi le migliori orchestre del momento, i giovani impazzivano per la nuova musica che finalmente, dopo un periodo di crisi, poteva dar loro nuovamente modo di divertirsi. Le radio diffondevano in tutta l'America la swing music e in poco tempo si affermarono molti grandi ensamble che scriveranno in dieci anni alcune delle pagine tra le più popolari che la musica jazz abbia mai conosciuto. Il jazz, dopo i primi successi dei gruppi New Orleans e Dixieland, attreverserà così un secondo periodo di enorme consenso, radicandosi ancor piùprofondamente nella cultura degli americani. Il Carnegie Hall di New York nel 1938 aprì finalmente le sue classiche e severe porte al jazz e allo swing in occasione di uno storico concerto tenuto da Benny Goodman insieme ad alcuni dei più grandi jazzisti dell'epoca. Siamo pertanto giunti al momento della consacrazione definitiva della musica afroamericana e della sua massima diffusione e popolarità: l'era swing.
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IL NEW ORLEANS REVIVAL
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Il fortunato periodo dell'era swing riporterà alla luce, grazie al lavoro di numerosi studiosi ed appassionati jazzofili, una sorta di prezioso revival dei grandi pionieri del jazz: Jelly Roll Morton, immortalato dalla bibblioteca del Congresso di Washington in una lunga e articolata intervista con annesse registrazioni, Bunk Johnson, ovvero uno dei primi mitici trombettisti attivi a New Orleans, che mai volle farsi registrare nel suo periodo d'oro per il timore di essere copiato nello stile, Pete Johnson, Albert Ammons e Meade Lux Lewis maestri del boogie-woogie pianistico riportati al successo da John Hammond.
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In questo periodo ri revival si formò l'ottima orchestra di Bob Crosby, fratello del più famoso cantante Bing, che offriva un Dixieland orchestrale di efficacie impatto. Questo momento di riscoperta denominato New Orleans revival ebbe il merito di riportare alla ribalta il jazz tradizionale con la partecipazione di vecchi leoni afroamericani ancora operanti e di vari musicisti bianchi, in particolare Muggsy Spanier e gli ensemble di Eddie Condon. Anche Hollywood farà la sua parte dedicando film all'epopea dei musicisti jazz di New Orleans che operavno nel quartiere Storyville, alla loro migrazione verso il nord del paese e alla conseguente divulgazione del jazz in tutte le città d'America. Il titolo originale del film, dove spiccano le figure di Louis Armstrong e Billie Holiday nell'insolita veste di attori, è New Orleans mentre in italiano è diventato La città del jazz. Il film è datato 1946 ed è diretto da Adrian Lubin.
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THE STREETS
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A New York la 52a strada, affollata di piccoli locali nei quali si potevano ascoltare jam session e concerti jazz di grande interesse, venne in poco tempo ribatezzata The Street. Il Jimmy Ryan's, l'Onyx, il Famous Door, l'Hickory House, più tardi il Kelly Stable erano solo alcuni dei numerosi locali che ospitavano per lo più piccole formazioni di swing e di jazz tradizionale. Fats Waller e successivamente Art Tatum stupivano il pubblico e i musicisti della strada del jazz con il loro stile e le loro improvvisazioni pianistiche.
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Nei club della 52a strada inizieranno ad affermarsi anche le prime grandi voci di: 'Lady Day' Billie Holiday, Ella Fitzerald (che dubuttò al Savoy con l'orchestra di Chick Webb), più tardi nei primi anni Quaranta Anita O'Day con l'orchestra di Gene Krupa (il più rappresentativo batterista bianco dell'era swing), e Sara Vaughan, che cantò con le orchestre di Earl Hines e Billy Eckstine. Questi rappresentano solo alcuni dei numerosissimi artisti che ravvivano la scena musicale della strada del jazz.
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LA FINE DELL'ERA SWING
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Nel 1942 con l'ingresso degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale le orchestre swing iniziarono a conoscere un periodo di crisi. Le motivazioni erano molteplici. Oltre alle oggettive difficoltà economiche del periodo bellico, le continue chiamate alle armi dei musicisti decimavano le big band; l'introduzione di un imposta sui locali pari inizialmente al 30% dell'ammontare dell'ingaggio percepito dalle orchestre spinse i gestori a scritturare formazioni sempre più piccole. Nel 1943 il sindacato dei musicisti proclamò uno sciopero a causa del mancato pagamento dei diritti di autore nelle trasmissioni radiofoniche e della diffusione dei dischi promossa dalle case discografiche a discapito dei concerti dal vivo.
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Lo sciopero porterà a un blocco delle registrazioni con la conseguente perdita della musica di quegli anni e il ritardato avvento della nuova frontiera del jazz: il bebop. Le uniche importanti incisioni del periodo sono rappresentate dai cosiddetti V-disc, gli storici 78 giri destinati esclusivamente alle forze armate, distribuiti a milioni tra il 1943 e il 1949 in tutte le basi americane dislocate nel mondo e che, per volere del sindacato dei musicisti, sarebbero stati distrutti dopo la guerra.
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Paradossalmente queste incisiono approdate sul suolo europeo al seguito delle truppe americane sancirono nel vecchio continente una diffusione più capillare del jazz, in particolare dello swing di Benny Goodman, Glenn Miller, Duke Ellinghton, Count Basie. In America, invece, la scomparsa delle big band e il consolidamento di piccole e rivoluzionarie formazioni jazz daranno il via alla svolta moderna del bebop..
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UNA DISCOGRAFIA: THE SWING ERA
(Questa discografia esclude molti nomi /dischi fondamentali perchè sono stati inseriti in quella principale... ''50 autori per una discografia raccomandata, sopra)
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Count Basie Orchestra: The Best Of Early Basie [1937-38] (Decca)
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Cab Calloway: Are You Help to the Jive? [1930-40] (Sbm Special Mkts)

Cab Calloway: Zah Zuh Zah [1931-47] (Proper)
Charlie Christian: The Genius Of Electric Guitar [1939-41] (Columbia)
Benny Goodman: Carnegie Hall Jazz Concert [1938] (Columbia-2cd)
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Lionel Hampton & His Orchestra: Midnight Sun [1946-47] (Decca)
Fletcher Henderson: The Definitive F.H. [1924-40] (Columbia/Legacy)
Woody Herman: The Thundering Herds [1945-47] (Columbia)
The Jimmie Lunceford Orchestra: Stomp It Off [1934] (Decca)
Jimmie Lunceford: Masterpieces [1939-44] (Giant Of Jazz)
Django Reinhardt & S. Grappelli: Swing from Paris [1935-38] (Asv L. Era)
Artie Shaw & His Orchestra: Begin The Beguine [1938-41] (RCA Bluebird)
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