domenica 18 novembre 2012

A Nigerian Retrospective



Oltre alla fantastica occasione di incontrare la musica di Tunji Oyelana, ''A Nigerian Retrospective 1966-79'' (Soundway Records, 2012) [gracias!] ha il pregio di introdurci nella ricchissima galassia musicale della Nigeria a cavallo tra Sessanta e Settanta, negli anni in il cui paese, dopo essere approdato all'indipendenza stava cercando la propria strada, seppur tra mille difficoltà (colpi di stato, guerre civili, nuove elezioni ecc). Anni animati da una scena dinamica e frizzante, ricca di notevoli invenzioni, dalle spensierate sonorità highlife alle ''complicazioni'' jazz-funk del cosidetto afrobeat. Un genere, un modo di portare il ritmo, di usare i fiati e le percussioni che soprattutto Fela Kuti ha fatto conoscere al mondo, ma che in quegli anni ha trovato decine di altri validi interpreti (Orlando Julius, Segun Bucknor, Sir Victor Uwaifo ecc), un intero mondo da scoprire nei vasti territori che arrivano fino alla juju music. Tra i musicisti che hanno animato quella stagione pazzesca Tunji Oyelana è stato senz'altro uno dei più dinamici. Cantante, compositore, attore, sceneggiatore e commediografo Tunji ebbe modo di studiare (teatro) con uno degli intellettuali più importanti dell'intero continente, il famoso poeta, scrittore, saggista e drammaturgo Wole Soyinka, successivamente insignito del Premio Nobel per la letteratura. Non stiamo parlando quindi di un semplice musicista, ma di un agitatore culturale a tutti gli effetti, un bandleader e uomo d'arte poliedrico che, anche attraverso la musica, con i suoi Benders, ha saputo rappresentare al meglio i cambiamenti del proprio paese nel momento del passaggio storico, mischiando con sapienza suoni e influenze, retaggio folclorico e modernità urbana: dal gusto calypso e highlife dei decenni precedenti, agli stilemi cari alle nuove generazioni, come soul, jazz, afro-rock, reggae fino alla musica juju e fuji. Riff sornioni, bassi perentori, vocalità accattivanti, bel sound, gusto dei dettagli e quel peculiare tocco africano. E' soprattutto grazie a retrospettive come queste che ci si può rendere conto di quale fucina di musica innovativa sia stata all'epoca la Nigeria. Spettacolare, non ci sono altre parole.


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